BANI ADAM, 2021

PARI, Polo delle Arti Relazionali e Irregolari di Palazzo Barolo,
14 luglio 2021 dalle 16 alle 20.45


Performance dell'artista Bahar H. A cura di Elena Radovix

L’elemento cardine della performance è la casa intesa sia come spazio- ambiente fisico- materiale, sia come simbolo di ambiente sociale, culturale, antropologico e relazionale. Evento itinerante in dialogo con i diversi luoghi che incontra.

Evento inserito nel programma della rassegna estiva in Villeggiatura a Palazzo, a cura di Opera Barolo in collaborazione con Associazione Forme in Bilico
fotografia @ Emanuele Pensavalle
sponsor Birrificio Santa Brigida

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I figli di Adamo fanno parte di uno stesso corpo,
essi sono creati tutti di una stessa essenza.
Se il destino fa soffrire una delle membra,
anche le altre non avranno riposo.
Tu che sei indifferente alle pene degli altri
non meriti di essere chiamato uomo.


(Bani Adam di Saadi Shiraz)


Le riflessioni dell’artista partono dalla somma delle emozioni e delle complesse caratteristiche sensoriali che questo “angolo di mondo” le ha restituito nell’ultimo anno di vita. Anno stravolto dalla pandemia. La casa svolge un ruolo di contenimento, simbolo di protezione e sicurezza. Luogo che assume simbolicamente il significato del limite, definendo i confini tra il dentro e il fuori. Luogo deputato ad accogliere o escludere. Luogo intriso di vita, di ricordi,di abitudini e di relazioni. Spazio che rappresenta la propria identità, il proprio vissuto.
Improvvisamente, a causa dell’inaspettata pandemia, i ruoli intrinseci delle sue funzioni cambiano. Il confinamento forzato, al fine di proteggere dal virus e impedirne la diffusione, determina cambiamenti di abitudini, di stili di vita, di relazioni e di conseguenza di percezione. Un cambio di paradigma. La nicchia è diventata un luogo di isolamento, di distanziamento sociale o di convivenza forzata. Un luogo non luogo. Diviene ostile, una sorta di prigionia, un luogo claustrofobico, uno spazio che costringe e limita, che alimenta il senso di fragilità, di estraneità, di disorientamento, di malessere e di solitudine. L’interazione con essa ha alimentato situazioni problematiche e di sofferenza. E’ diventata il contenitore di un forte potenziale di stress. La casa e la relazione con essa influenzano l’identità di ciascuno. L’angolo di mondo, qualunque e ovunque esso sia, appartiene alla sfera più intima e diventa metafora di un senso più esteso di casa, la casa interiore. E questa è in continua ridefinizione, è il viaggio della vita di ciascuno. Vita che non può continuare in solitaria, vita che ha bisogno di cura, d'amore, ha bisogno dell’altro. Quello che l’artista sottolinea è l’urgente necessità di coltivare l'empatia, la volontà di prendersi cura degli altri, la necessità di abbattere i muri che separano, la capacità di accogliere l’alterità in un obiettivo comune che riconosca l’altro come parte di un unico organismo condiviso. E’ necessaria la collaborazione, il coinvolgimento, una forma di reciprocità tra gli individui, questo è quello che l’artista auspica.
Bahar H nasce a Teheran nel 1981. Nel 2013 si trasferisce a Torino dove vive e lavora, da otto anni non torna in Iran. Utilizza tra i suoi mezzi espressivi la performance, la pittura, l'installazione e la fotografia. La sua è un'indagine a lungo termine in cui scruta i meccanismi delle relazioni, analizza i legami affettivi coi luoghi, le persone e gli oggetti e la loro memoria in relazione al trascorrere del tempo. La sua ricerca artistica parte dall’analisi e dalla riflessione della realtà quotidiana che lei stessa vive con difficoltà.